La riqualificazione come strumento strategico per il miglioramento del contesto urbano e sociale dei quartieri
L'arch .Giampietro Tonani ci racconta in una breve intervista l'importanza della riqualificazione in bioedilizia dei quartieri e le ricadute sociali che può comportare.
In questa breve intervista abbiamo posto all'Arch. Giampietro Tonani alcune domande sul valore e le potenzialità della riqualificazione di quartiere e sulle ricadute sociali che essa comporta.
Giampietro Tonani
Responsabile area General Contractor e Riqualificazioni, Marlegno
Perché il tema della riqualificazione è ad oggi molto discusso?
G.T. : Alla luce delle nuove normative regionali, in particolare quelle introdotte da Regione Lombardia, il tema della riqualificazione e rigenerazione urbana è certamente uno dei più caldi ed urgenti per l’intero settore dell’edilizia.
Infatti, alla Legge Regionale n.31 del 28 novembre 2014 che già mirava alla riduzione del consumo di suolo ed all’incentivazione di interventi di riqualificazione dell’esistente, si è aggiunta un’ulteriore Legge Regionale, la n.18 del 26 novembre 2019 dedicata all’agevolazione degli interventi di messa in sicurezza, recupero ed efficientamento degli edifici e la riqualificazione di aree dismesse e loro riconnessione con il territorio circostante. Un chiaro segnale che ci permette di comprendere come oggi la riqualificazione non possa più essere considerata un ramo secondario dell’edilizia e di come la sua visione stia cambiando rapidamente.
Non è più possibile infatti pensare alla riqualificazione solo ad un livello puntuale -di singolo edifico- ma è necessario tener conto dell’intero contesto urbano, attraverso la ri-progettazione ad una scala di quartiere, comprendendo quindi anche i punti di vista dell’assetto territoriale e dell’aspetto viabilistico.
Con questo approccio progettuale le ricadute positive a livello sociale potrebbero essere molteplici: da un lato è possibile incentivare la coesione sociale e l’integrazione, contribuendo alla riduzione del crescente disagio sociale; dall’altro, ridurre i rischi di degrado e vandalismo dei quartieri, promuovendo il senso di appartenenza degli spazi collettivi e la cura degli stessi.
In che modo può il settore della bioedilizia può agire per riqualificare i quartieri?
G.T. : Bisogna agire recuperando l’esistente, attraverso la riorganizzazione delle città, la pianificazione dell’assetto topografico e la riqualificazione urbana, mantenendo e preservando al contempo l’ambiente ed i beni artistici e culturali – attraverso i quali è possibile costruire un racconto della territorialità.
Per fare ciò, è innanzitutto necessario studiare le nuove esigenze di cittadini ed abitanti, tenendo conto dei nuovi assetti familiari e comunitari e delle ricadute post-pandemiche, ridefinendone spazi e funzionalità.
Il quartiere del futuro dovrebbe quindi essere riqualificato attraverso una ricollocazione temporale e dotato di nuove funzioni e punti di aggregazione, prendendo spunto dai principi del social housing.
Nuovi quartieri, funzionali e sociali, possono infatti essere percepiti come proprietà collettiva e, per questo, curati e preservati.
La riqualificazione puntuale dell’edificio dovrà in questo modo tenere conto delle nuove necessità del territorio ed eventualmente prevedere l’acquisizione di quelle nuove funzioni di cui il quartiere deficita.
A tutto ciò vanno aggiunte considerazioni, non di minore importanza, relative alla messa in sicurezza ed alla sostenibilità ambientale, che diventano aspetti imprescindibili della riqualificazione.
Da dove possiamo partire per dare il via al processo di riqualificazione urbana?
G.T. : Per dare il via a questo processo di riqualificazione urbana è necessario che le associazioni di categoria, gli enti locali, provinciali e regionali mettano questo importante tema sui loro tavoli di discussione e trasmettano ad aziende e professionisti una corretta formazione ed informazione.
Fondamentale è l’incentivo alla creazione di reti di imprese che, attraverso l’innovazione e la condivisione del know-how, possano interagire e lavorare in simbiosi – con un codice etico condiviso – fornendo “pacchetti di professionalità” in grado di agire sul territorio riqualificandolo contemporaneamente sotto gli aspetti della rigenerazione urbana, della sicurezza, della salvaguardia ambientale e dell’efficienza.
Image Credits: Urbanpromo
Immagine 1: Progetto “Oltre la Strada” per la riqualificazione del quartiere di via Milano a Brescia
Immagine 2: Masterplan per il nuovo assetto dell’area Nord della città di Modena
Pubblicato in:
Riqualificazione
Data: 13.04.22
Tags:
abitare, bioedilizia, bioquartieri, marlegno, riqualificazione